ACQUE REFLUE : ORO BLU DEL FUTURO ?

E’ proprio quello che propongono UN-Water, e Il World water assessment programme dell’Unesco, che ha redatto il rapporto sulle risorse idriche del nostro pianeta ed in particolare sulle acque reflue come risorsa e, che sostiene che una volta trattate, potrebbero dimostrarsi una risorsa di enorme valore, in grado di soddisfare la crescente domanda di acqua dolce e di altre materie prime.

Il primo passo è sicuramente quello di dimezzare, entro il 2030, i quantitativi di acque reflue non trattate rilasciate nell’ambiente e, in seguito, quello di gestire il riciclo dell’acqua che utilizziamo nelle case, nelle fabbriche e nelle aziende agricole.

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Nello specifico, le acque reflue vengono utilizzate circa per l’irrigazione del10% di tutti i terreni irrigui ma, la sfida consiste nel passare da un’irrigazione non controllata dal punto di sanitario , ad un utilizzo sicuro che non contamini le colture irrigate : in Giordania il 90% delle acque reflue trattate viene utilizzato per scopi irrigui, stesso discorso per Israele che, come sempre all’avanguardia, utilizza il 50% dei reflui trattati,  per l’irrigazione.

Le acque reflue possono essere anche utilizzate per ottenere l’approvvigionamento di acqua potabile: anche se ancora marginale per la diffidenza generale delle opinioni pubbliche,  questo progetto è già in essere in città come San Diego e Singapore, dove i cittadini utilizzano anche acqua riciclata.

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Alcune delle  tecniche messe a punto sino ad ora per la ripotabilizzazione delle acque reflue sono, ad esempio, l’osmosi inversa, ossia la filtrazione delle acque attraverso membrane , oppure l’ozonizzazione che è un trattamento che permette l’ossidazione e la decomposizione della materia organica : certo è che nuovi studi e nuove tecnologie sono in corso per migliorare e magari sostituire i  sistemi odierni di trattamento.

Oltre che per l’approvvigionamento idrico le acque reflue, precisamente le sostanze organiche contenute nelle acque reflue, possono essere utilizzate per produrre biogas, rifornendo così di energia gli stessi impianti di trattamento dei reflui. Il governo giapponese si è prefissato l’obiettivo di recuperare il 30% dell’energia da biomassa ricavabile dalle acque reflue entro il 2020. Ogni anno la città di Osaka produce 6500 tonnellate di biosolidi ricavati da 43.000 tonnellate di fanghi di depurazione.

Le acque reflue possono essere anche fonte di materie prime come il fosforo e i  nitrati, che vengono recuperati dai reflui fognari e dai fanghi e trasformati in fertilizzanti per l’agricoltura.

Il petrolio del futuro, in sostanza, è l’acqua ! La sua rarità e il suo valore crescente porteranno sempre più a politiche dell’acqua internazionali per acquisire diritti sulla sua gestione.

 

 

 

Sources : greenreport.it – wsimag.com – thegoodlifeitalia.com -WWAP (World Water Assessment Programme)

 

 

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